Situazione di emergenza Governo Monti come il Pri: minoritario ma politicamente determinante di Giovanni Pizzo Esiste, nel corso della storia di ogni organismo, il tempo delle avversità e il tempo delle opportunità: la storia ognuno la costruisce resistendo alle avversità e cogliendo le opportunità, se sbaglia non c’è più storia. Il Partito Repubblicano ha resistito ad un sistema elettorale avverso e, soprattutto, ad una lunga fase di imbarbarimento dei contenuti della politica, specchio di una società in declino culturale prima che economico. Per sopravvivere si è aggrappato alla nave del centrodestra, ma, orgogliosamente, non è voluto salire a bordo; ciò non ha impedito profonde lacerazioni che hanno logorato anche la tempra dei più forti. La storia, talvolta, si incarica di rimescolare le carte improvvisamente, cambiando in poche settimane le condizioni. Che la rotta della nave Berlusconiana, dopo la scissione dei Finiani, fosse senza prospettiva era chiaro, ma il Segretario del Partito ha saputo resistere al facile disimpegno dell’ultima ora, lasciando aperta al partito anche la possibilità di dialogare con gli eredi del Cavaliere. La nascita del Governo Monti, che, come ebbe modo di affermare il Segretario Nucara, era l’unico che dava voce alle idee del Partito Repubblicano, costituisce la grande opportunità. Se Monti è considerato un Repubblicano senza tessera, è evidente che tutto il Partito avrebbe dovuto gettarsi a corpo morto al sostegno del Governo, cercando di sfruttare l’occasione per veicolare presso l’opinione pubblica le posizioni dei Repubblicani. La cosa difficile da capire è come mai quello che Monti sta facendo è apprezzato da una consistente fetta dell’opinione pubblica, dai giovani in particolare, e il Partito repubblicano, che dice queste cose da anni, resta praticamente sconosciuto. E’ evidente che esiste un problema dentro il Partito, ridotto alla somma di piccolissimi feudi personali che servono per avere qualche posto politico locale, senza che si riesca a costruire un interesse generale. L’attuale atteggiamento delle forze politiche nei confronti del Governo Monti, pur nel caos delle dinamiche in corso, sembra far intravedere un futuro assetto "europeo" a cinque: un’area liberal–democratico–cristiana che sostiene il governo senza "se" e senza "ma"; i due partiti di massa di centrodestra e centrosinistra che sostengono il governo con i "se" e con i "ma"; le due ali estreme a destra e sinistra, populistiche, ideologiche e xenofobe, all’opposizione. E’ una condizione di emergenza che si regge sulla reciproca neutralizzazione dei "se" e dei "ma" dei due grandi partiti, che potrebbe evolvere verso una maggioranza politica a seconda di quali "se" e di quali "ma" si vogliono preferire. Sappiamo che il Professor Monti non ha alcuna intenzione di proseguire la sua esperienza oltre la scadenza della legislatura, ma sappiamo anche che, per mettere in sicurezza il Paese e rilanciarlo servirebbe un Governo "alla Monti" anche per tutta la prossima legislatura. E allora, se vogliamo veramente far capire all’opinione pubblica (non ai c.d. repubblicani che stanno fuori dal Partito a farsi i fatti propri) a che cosa serve il Partito Repubblicano, tutto il Partito si mobiliti per lanciare una campagna di raccolta di firme dei cittadini per chiedere a Monti di candidarsi per la prossima legislatura con lo slogan "per rilanciare l’Italia diamo una maggioranza politica a Monti", e, per dirla con Enzo Jannacci, "vedere l’effetto che fa". |